I nostri bambini crescono giocando in un ambiente tedesco-italiano e imparano da subito a orientarsi in entrambe le culture. Ispirandoci all’approccio pedagogico Reggio Emilia, coltiviamo i principi di uguaglianza, convivenza e autodeterminazione.
Il nostro team di pedagogisti – sia di madrelingua tedesca che italiana – accompagna i bambini nelle diverse fasi del loro sviluppo fisico, emotivo, sociale e intellettuale.
Nel corso di attività e progetti, sono i bambini a essere protagonisti attivi. In queste occasioni, gli spazi del Doppiomondo li sostengono in qualità di terzo educatore, in base ai principi dell’approccio pedagogico Reggio Emilia. Così, nel nostro istituto i bambini – instradati o in autonomia – fanno esperienze sensoriali olistiche con materiali, forme e colori, o attraverso esperimenti.
Le lingue italiana e tedesca sono veicolate quotidianamente in modo adeguato al bambino e alla sua età, soprattutto con attività ludiche e senza pressioni, secondo il metodo di apprendimento immersivo. Giorno dopo giorno, guidati da educatrici/educatori madrelingua, i bambini sperimentano in entrambe le lingue il comportamento sociale, la comunicazione, la creatività, e apprendono saperi sulla natura e il mondo circostante. Il contatto precoce con due lingue e due culture stimola le competenze sociali e il rispetto delle differenze.
Una caratteristica distintiva del nostro istituto è la continuità: diversamente da altri istituti bilingui, i bambini possono trascorrere con noi tutto il periodo del nido e della scuola dell’infanzia, e in seguito frequentare il nostro doposcuola. In questo modo, pianifichiamo un percorso di appartenenza fino all’età di dieci anni. Come centro per l’infanzia, pratichiamo un progetto pedagogico in larga misura aperto, tenendo costantemente in considerazione i due poli opposti di stabilità e cambiamento. I bambini che frequentano più a lungo il nostro istituto faranno un’esperienza intensiva di un ambiente non solo bilingue, ma anche biculturale.
In conclusione, il nostro obiettivo è educare i bambini all’autonomia, a maturare una propria identità, a sviluppare il proprio profilo di competenze (motorie e psichiche) in termini di indipendenza, autoconsapevolezza, fiducia in se stessi e autodeterminazione.
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INVECE IL CENTO C’È
Il bambino
è fatto di cento.
Il bambino ha
cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.
Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento, …)
Loris Malaguzzi